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      - Uditeci, signori. Noi ci siam condotti ad un passo che a Gregorio dovrebbe bastare, e dovrebbe far senno di cedere. Ma se egli è tanto intestato di ambizione da non comprendere lo stato di entrambi noi ed a qual giuoco ci siamo messi, sappia che meglio di quindicimila uomini sono già al campo di Piacenza ad attendere gli ordini nostri. E questi soli sarebbero sufficienti a togliere d'assedio codesta vostra piazza di Canossa, Matilde, e darci nelle mani la sua persona. Ma noi faremo ancora di più. Noi bandiremo libertà ad ogni città italiana, che ci manderà un contingente di truppa a questa guerra; e quando avremo rovesciato nel fango codesto vitello d'oro degl'infedeli, e ridotti i ribaldi di Lamagna, ci contenteremo meglio di avere alleata questa nobile Italia, che vassalla. Adesso andate, e voi principe Baccelardo con loro onde trattare col pontefice, giusta le istruzioni che vi abbiamo date.
      Quei signori partirono sgomentati. E' sapevano per prova come Gregorio fosse ostinato, capace Enrico di mantenere le sue promesse; segnatamente adesso che l'agitava disperata irritazione.
      Gregorio ricevette Baccelardo, presentato da Matilde, senza dar segno di conoscerlo, con molta freddezza e distrazione. Però, quando Baccelardo cominciò:
      - Santo padre, l'imperatore di Germania Enrico mi manda a voi....
      Gregorio gli tagliò le parole in bocca, e fiero sclamò:
      - La Germania non ha imperatore.
      Baccelardo si arroventa nel volto, e fisa gli occhi scintillanti sopra il pontefice quasi avesse voluto fulminarlo.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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