- I protervi li giunge Iddio; il giusto li disprezza. Ma insomma finiamola. Cosa sei venuto a cercare qui?
- Il tuo bene, risponde Guiberto, la tua potenza e la tua tranquillità. E ciò non potrai ottenere, fintanto che sarai in guerra con l'imperatore e con me. Ti propongo dunque la pace, e da fratello ti consiglio d'assolvere Enrico. Allora io mi contenterò di aver restituita Alberada e di essere arcivescovo; egli di andare a dimandar ragione ai suoi vassalli della fellonia; e tu tornerai a Roma a dispotizzare sicuro. Ma se ti ostini, prepárati allora a guerra terribile, perchè domani noi torneremo a Piacenza, e diman l'altro ci vedrai con formidabile esercito sotto le mura di Canossa per levarvi d'assalto od affamarvi. E vengano poi le truppe di Matilde che troveranno solletico al ricevimento.
- Credi tu dunque di spaventarmi, quell'uomo?
- Spaventarti no, perchè so di qual tempra d'inferno è il tuo cuore; ma vorrei persuaderti. Perchè, ti confesso il mio debole, per quanto mi faccia violenza, io non so dimenticare che siamo entrambi figli di Bonizone. Arrenditi dunque e perdona Enrico. Non tirarlo dai capelli nella disperazione; non tentare di piegar l'arco di soverchio, che può uscirti di mano e ferirti. Il tuo, è un fatale proponimento!
- Se Enrico è veramente contrito sarà perdonato, perchè Iddio non vuole la morte del peccatore ma la salute.
- Ma quando sarà perdonato, io domando?
- E chi siete voi per metter legge al vicario di Cristo, per tentare di scandagliarne il pensiero?
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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