Mi contento che mi dia un vescovado.
- Uhm! compare, tu non hai mica voglia di guadagnarti la vita con l'aiuto di Dio.
- Ti par troppo?
- Ma sì per Dio! Non pertanto, mettiti all'opera, compila, e forse il re sarà ancora più generoso che tu non desideri.
- E chi mel guarantisce?
- Io.
- Tu? Uhm! ragazzo mio, con questo suono non mi muovo nemmeno quanto son lungo.
- Tu sei un ebreo, Laidulfo! E non ti pare che la stessa natura del servigio e l'urgenza del caso fossero garanti ancora più possenti di una parola?
- Sicuro. Ma per togliersi poi da scrupoli, e' potrebbe anche regalarmi una bella collana di corda e farmi appendere speditamente ad un albero. Che te ne pare? Tu non conosci, ragazzo mio, di che pasta si facciano i re, e come essi intendano la faccenda della coscienza, dei dritti e dell'onore! Questi sono legami del volgo e degl'imbecilli. Ma non l'accoccano a me, no; te lo giuro pel santo asino di Balaam!
- Tu calunnii l'imperatore, Laidulfo. Egli non si è mostrato mai taccagno con chi gli ha praticati degli uffici.
- E se adesso volesse fare eccezione?
- Impossibile. Egli tiene all'opera che tu imprendi più che alla vita.
- Ne sei certo?
- Come dell'anima. D'altronde, vedi che non v'ha mezzo per avvicinarti a lui e patteggiare. Val meglio perciò tentare la cosa che starne così; perchè una mercede, e generosa, l'avrai sicuro - e ti farò risparmiare altresì la frusta che ha comandato di largheggiarti.
- Ecco le munificenze regali! Ecco di che i re non sono mai avari! Una pena per tutti i falli; la fame e l'obblio per tutte le virtù.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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