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      - Quella giovane, ti bisognerebbe dunque alcuna cosa?
      - A me no, santo padre; ma piacciavi di ascoltare le suppliche di mio padrino.
      - Vale a dire, suppliche no. Io vengo invece a proporti un bel contratto, pontefice, se da te si può cavar qualche cosa.
      - Parmi che la tua laida figura non mi torni affatto nuova.
      - Sicuramente. La vigilia di Natale del 76 venni ad offrirti un altro bello affare, che commettesti la balordaggine di non accettare. Se ti ricordi, quel tale vescovado di Oria! Pare proprio che io sia destinato ad esser vescovo, perchè ci ho un'inclinazione tale, ma tale da sembrare una malattia ed ostinata mi frulla nel pensiero ovunque mi volga. L'è una fissazione, bisogna convenirci.
      - Ma dimmi un po', quella giovane, costui è matto?
      - No, signor pontefice, risponde impudentemente Laidulfo stesso, piuttosto tristo, come dicono gli sciocchi. Ma che vuoi! L'uomo non può esser diverso da ciò che lo ha fatto Iddio. Or dunque, per venire a bomba, nel 76 proposi di venderti un segreto, e quel segreto era niente meno, che la notte ti avrebbero assassinato come avvenne....
      - Ah! scellerato, ora ricordo meglio la tua persona. Ancora tu eri degli assassini.
      - Appunto, mi avevano pagato perciò, e feci il mio dovere. Ma non andare in bestia, pontefice, perchè tu perdonasti a tutti, e buon pro adesso.
      - Ed è forse per qualche attentato simile che ora qui ti han mandato?
      - Eh! eh! quel galantuomo! non calunniamo la gente dabbene. Io sono qui per venderti un segreto, anche più rilevante.
      - Ma tu sei dunque il demonio che conosci quanti segreti mi riguardano?


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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