Ma non andiamo anguillando per pigliar terreno. Un santo padre dovrebbe esser uomo di poche e sagge parole, e tu sei ciarliero anzi che no. Di' dunque, vuoi sapere il segreto?
- Favella.
- Ascolta prima i miei patti. Domani, allo spuntare dell'alba, manderai la contessa Matilde, la contessa Adelaide, l'abate di Cluny ed il marchese Azzo d'Este all'imperatore Enrico....
- Che dici?
- Ma, per Abramo, ascolta. Manderai questa nobile commissione al re, e questa, in nome tuo, gli prometterà che lo riceverai incontanente, senza più pettegoleggiare e fare il fiero. E tu, come il re verrà, lo ascolterai, lo assolverai e mangerai con lui come fratello. Ecco ciò che io richiedo da te. Vuoi starci?
- No.
- Bisogna dunque dire che farnetichi. Allora io ti propongo un altro partito. Se, come avrai saputo il mio segreto, stimerai esagerato il compenso che ti richiedo, io consento a non ottenerlo.
- Ma che cosa è dunque che devi dirmi? favella in nome di Dio. Domani riceverò il re.
- Parola di sommo pontefice?
- Parola.
- Ebbene, sclama allora Laidulfo cavandosi di sotto il mantello uno scrignetto, conosci tu le armi di questo mobile?
- Mio Dio! e come in mano tua quello scrigno?
- Ecco qui. Io peregrinava Italia come zingano, vendendo specifici e talismani per le malattie degli uomini e delle bestie, e reliquie pei divoti, allorchè una sera capitai a Soano. Impaniato tra quei viuzzi a notte alta, era deciso passarla al sereno, coricato sul suolo, allorchè, nella magione vicina, mi sembrò udire gente che ancora vegliava.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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