Cercai la porta, e venne ad aprirmi un servo. Gli dissi che avesse pregato il padrone di ricovrarmi fino al mattino, e di qualche vitto, perchè arrovellava della fame. Il servo portò la dimanda, e ritornò rispondendo che poteva entrare.
- Abbrevia, l'interrompe Gregorio.
- Io non ho fretta, ripete Laidulfo(35), mettendosi a sedere, e continua.
- Io mi trovai presso di un falegname venuto in fortuna. Mi accolsero caritatevolmente. Alcuno non mi domandò nè nome, nè condizione; mi fu dato lautamente da cenare, e poi un buon letto, sicchè io dormii come un canonico fino a giorno alto del domani. Appena alzato, mi recai per render grazie al mio ospite, palesargli il mio nome ed il mio stato, e presentarlo di un amuleto pel mal di pietra, da cui il povero vecchio andava travagliato.
- È vero, sclama Gregorio.
- Se è vero! ripiglia Laidulfo, io parlo evangelio.
- Avanti e presto.
- Va bene. Il falegname stava in sul punto di morire. Io vestivo in quel tempo schiavina di romeo, perchè, essendo stato attossicato da una zingara ed essendomene tirato con un controveleno, avevo fatto fra gli spasimi un cotal voto alla Madonna di Loreto e là mi recavo per soddisfarlo. Piacqui al vecchio. Ei mi credette un santo, o su quel torno. Ora, costui si aveva in casa una bimba trista e piagnucolosa da fare strabiliare un demonio. Morendo, quella monnelluccia restava Dio sa a chi. Il vecchio voleva mandarla a Roma a qualcuno che ne avesse dovuto pigliar cura. Eran giorni di guerra. Correvano il paese Tedeschi, e saccomanni, e lance del papa ed ogni ben di Dio di malandrini.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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