Non fu così. Imperciocchè attese fino all'ora di nona senza che alcuno apparisse. E stava già per andar via, furibondo di questo frustraneo novello atto di sommessione, malgrado le preghiere dell'abate con lui restato fuori ed in sè rinvenuto; allorchè le porte si aprono, e vengono fuori la contessa Matilde, la marchesana Adelaide, Azzo d'Este, ed il vescovo di Porto con molti altri prelati italiani e tedeschi nel castello ricoverati. Il vescovo di Porto va dritto al re, e gli dice:
- Enrico di Germania! perchè vieni tu in abito da penitente alle porte di questa fortezza?
- Per essere assoluto della scomunica da papa Gregorio, risponde il re.
- E sei tu veramente pentito delle tue colpe? dimanda il vescovo di nuovo.
- Sono, risponde Enrico.
- Entra dunque in nome di Dio e di Gesù, e che l'assoluzione che ti rechi a ricevere possa giovare all'anima tua.
E, sì dicendo, il vescovo di Porto si apriva il varco fra quei signori che si schieravano in due ale, ed Enrico lo seguiva nel castello.
VI.
Avanti a te o Gran Cuccu mi prostro,
Che dai per ineffabile misteroFatidica virtù di un corvo al rostro
D'annunziar l'impercettibil vero,
Ma nessun seppe mai, nessun saprà
Donde viene il tuo spirito, e dove va.
CASTI, Anim. parl. 17.
Enrico non fu ammesso però direttamente alla presenza di papa Gregorio. Egli si ebbe ad arrestare nel vestibolo e ad assoggettarsi ancora a pause non brevi fino a che il vescovo di Porto non ritornò col permesso di progredire. Tutta la gente del seguito di Enrico, unitamente ai signori del castello, rimase nelle antisale; solo il re, accompagnato dal vescovo fino alla porta, si recò innanzi.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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