Stupendo!
Gregorio non rileva l'osservazione. Solleva il capo, e gittandogli innanzi sul tavolo la copia dei capitoli:
- Ecco, Enrico, soggiunge, a quali patti ti potrai riconciliare con Dio e con me. Se non li approvi io non te li impongo.
Enrico non risponde più nulla. L'indegnità di quei capitoli e l'insigne tradimento che Gregorio gli aveva ordito, gli sembrarono talmente infami, che gli venne financo fastidio di favellare, e mille anni gli parvero di torsi dalla presenza di quell'uomo. Per lo che, con una specie di convulsa rabbia, toglie d'innanzi al pontefice la pergamena e la sottoscrive. Gregorio s'avvide dei pensieri che concitavano il re, e comprese senza stento che quei capitoli non sarebbero stati osservati. Ma siccome da documenti di questa natura, e con questi mezzi carpiti, egli aveva assunta la prepotenza ed i titoli alla signoria degli altri regni, così contentossi della cosa fatta e del presente, riserbandosi per l'avvenire di profittare delle circostanze. Onde, rivolgendosi ad Enrico, gli dice:
- Adesso fa d'uopo che giuri.
- Hai cominciato, finisci, risponde costui quasi distratto. Detta dunque tu stesso il giuramento ancora, perchè io sono a tutto rassegnato.
Allora Gregorio fa entrare tutta la corte e le annunzia la riconciliazione seguita. Poi, in presenza di tutti, Enrico pone la mano sul libro degli Evangeli, tenuto dal vescovo di Porto ginocchioni, e legge sur una pergamena presentatagli dal papa presso a poco queste parole:
«Io, Enrico, re di Germania, prometto che entro il termine prescritto da papa Gregorio, darò, conforme alla sola sentenza di lui, pubblica e piena soddisfazione a tutti i principi e grandi del regno che ora sono malcontenti di me, per quanto riguarda le accuse che essi mi appongono, e la discordia che travaglia l'impero.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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