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      Ad ogni modo, voce ne corse in Italia, e l'imperatore avrebbe tolta ragione anche di quest'altra rapina, come erede della contessa, se Gregorio, per allontanarlo d'Italia, non avesse soffiato coi suoi legati nelle cose di Lamagna, e macchinata trama che miserie, morti e delitti infiniti originò.
      La Germania, spartita in fazioni come l'abbiamo lasciata, divampava ogni giorno peggio dopo la discesa del re in Italia. Aspettava ansiosa la composizione del pontefice e del re, e trepidava, non sapendo a quali patti sarebbesi fatta. E come Rodolfo di Svevia, capo dei nemici di Enrico, udì che questi già riabilitato capitanava un esercito d'Italiani, comprese subito che, colte le opportunità, se lo avrebbe veduto piombare nel paese, dove a quell'ora partigiani moltissimi lo attendevano e sollecitavano. Intimò perciò dieta di nobili tedeschi a Forcheim, pregando tutti intervenire, e provvedere in comune alla salute dell'impero e della Chiesa. Gregorio, che avrebbe ambito mettersi in mano la somma delle cose di Lamagna, udito della dieta, alla quale oratori di Rodolfo lo invitavano, richiese Enrico, che barricava le Alpi, di un salvocondotto per recarvisi. Enrico gliel rifiutò. Allora Gregorio, per mezzo di corrieri, manda ai suoi legati doppio protocollo d'instruzioni, pubblico l'uno e tutto affusolato di pace e di carità, l'altro segreto cui la storia ha potuto sospettare, non mai stabilire per fermo.
      I legati, arrivati già in Germania, cominciarono a tentar pratiche presso i signori della dieta per soppannarli dei loro principii e dei loro disegni.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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