Indi, per salvarmi dall'ira di vostra possanza, con la donzella svenuta com'era mi partii. Ecco, sire, la mia colpa, punitemi se vi piace.
- Capestro di un arcivescovo! sclama Enrico ridendo. E la giovane era bella, eh!
- Sì, sire; ma fosse stata laida come la maga di Endor, il mio dovere di cavaliere m'imponeva difenderla da ogni oltraggio, quand'anco non mi fosse stata affidata a proteggerla.
- E cosa hai adesso fatto di lei, messere?
Baccelardo esitò un momento a rispondere, poi disse:
- L'ho collocata tra le benedettine di San Sisto di Piacenza, sire.
- Sta bene, risponde Enrico; ti perdono l'attentato sacrilego, perchè nobile fu la cagione che ti spinse, e perchè niun male da ciò avvenne, sendo noi arrivati a tempo per salvare quel povero arcivescovo. Pensa però a meritarti la nostra grazia ed i nostri favori con quell'ardimento che suoli, ed a combattere da valoroso nella campagna che stiamo per aprire.
- Non chiedo meglio, sire, risponde Baccelardo inchinandosi, e rientrando negli ordini dei suoi.
Le ostilità infatti cominciarono. Alle sponde del Neckar, più volte Rodolfo gagliardamente armato chiamò il nemico a giornata, e parzialmente il re disfidò. Ma il re, che di truppa gli era inferiore, ogni partito ricusò, e mandò parlamentario per introdurre pratiche di pace. Enrico e Rodolfo si abboccarono. E' convennero di una tregua; e fissarono che i dritti e le ragioni di entrambi avrebbero esaminati i principi della dieta che intimavano in riva al Reno. Conchiuso il trattato, Rodolfo licenziò le sue genti e si ritirò in Sassonia.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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