Il Nordheim li aspetta fermo un tratto. Indi dicendo ai suoi: Coraggio, figliuoli di Sassonia, raccomandatevi ai santi e seguitemi, perchè nulla costa a Dio con un drappello fugare un esercito! investe con tale impeto le truppe nemiche che parte ne rovescia nel fiume, parte ne vede afferrare l'opposta sponda malconci e fuggitivi. Però i Lombardi, che venivano dietro a quelle schiere, gli si serrano allora addosso e pugna mortale si stabilisce. Non durò lungamente. Perocchè, mentre gl'Italiani si vedevano piegare innanzi le lance i cavalli del Nordheim, irono alle spalle i fanti sassoni che, da Radolfo riaccozzati, avevano novellamente caricato Enrico e lo avevano vinto. I Lombardi si cominciano a ritirare passo a passo, battagliando sempre, senza nullamente scomporre gli ordini. Allora si presenta ad Enrico Goffredo di Buglione e dice:
- Sire, la battaglia è perduta. Rimetto nelle vostre mani lo stendardo dell'impero, che niuno più valorosamente di vostra grandezza saprebbe difendere, ed io spero nel potente Signore degli eserciti e nella Beata Vergine di Goslar di dar qui termine alla guerra.
E sì dicendo, Goffredo volgeva il cavallo per partire, allorchè il re, comprendendo che il prode meditava alcuna audace impresa, lo raggiunge e parla:
- Andremo insieme.
E vedendo venir Baccelardo, tutto brutto di fango e di sangue, senza neppure dimandargli novella dell'esito della pugna dall'altro lato, soggiunge:
- Principe Baccelardo, ti affido questo sacro deposito, eredità di eroi: mel renderai o vi morrai sotto da valoroso.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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