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      E sì parlando gli gittava in braccio la bandiera imperiale, e senza attender risposta, sicuro che ben l'aveva data a custodire, seguì Goffredo. Questi però, sia che temesse per la vita del re, sia che fosse geloso dell'opera concepita, nel passar di galoppo tra un gruppo di baroni tedeschi, in mezzo ai quali stava Federico di Staufen, grida loro:
      - Baroni, se vi è caro il nome di fedeli arrestate il re dal disegno di seguirmi. Si tratta di morte: fategli violenza.
      E mentre questi accerchiavano Enrico, risoluti dalle parole e dall'accento del duca di Buglione, questi attraversava il campo come uno strale e spariva.
      E già i Sassoni predavano nel campo reale tende di porpora, ornamenti ecclesiastici, vasellame d'oro e di argento, moneta, cavalli, vestimenta, armi d'incomparabile tempra e splendore, tutte le ricchezze degli arcivescovi di Colonia e di Treviri, di quattordici vescovi, del duca di Buglione, del conte di Staufen, di Enrico palatino, di molti altri cavalieri e baroni, ed in fine il bottino di Erfurt, e già la pianura echeggiava dei canti della vittoria; quando ecco l'allegrezza si muta in subito terrore, e la novella che Rodolfo spirava giunge.
      Rodolfo in un drappello dei suoi menava ancora gli ultimi colpi al nemico abbattuto, allorchè si vede a briglia sciolta rovesciar sopra un cavaliero che gli grida:
      - A me, duca di Svevia, a Goffredo di Buglione!
      Rodolfo ebbe appena il tempo di volgergli contro il cavallo e di ricevere da mano degli scudieri un'asta più salda, che già Goffredo gli si spingeva contro.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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