Noi non abbiamo di modo alcuno forfatto all'impero, prendendo la spada contro chi viene ad opprimere il pontefice nostro signore, e la nostra libera religione. Se poi davvero gli prende pietà di noi e vuole esserci amico, che sgomberi tosto dai nostri Stati, che deponga gli sdegni ingiusti contro del papa, che ci offra una pace onorevole ed una guarentigia di mantenerla, e sa Iddio se noi desideriamo meglio, e se in segno di sudditanza non gli verremo perfino a far da mozzo al cavallo.
- Madonna, soggiunge Baccelardo, vostra bellezza mi perdoni se oso rammentarvi che non istà a voi proporre patti al vostro sovrano.
- E voi perdonatemi, ser cavaliere, se vi ricordo che non istà a chicchesia proporre condizioni da vinti, prima di aver guadagnata la vittoria.
- Ella è dunque la pugna che voi desiderate, madonna?
- Sa la regina degli angioli, ser cavaliere, se noi daremmo tutto per evitarla, meno che l'onore.
- Il ciel vi aiuti dunque, bella contessa, perchè dagli uomini poco vi resta a sperare.
- Amen, ser cavaliere.
E si dicendo Baccelardo le baciava la mano e partiva.
La pugna si attaccò. Non fu lunga. Fu sanguinosa, fu disperata, fu feroce come guerra di religione; la vita fu disputata accanitamente. Ma il numero prevalse. Enrico vinse. I pochissimi che avanzarono delle truppe di Matilde, fuggirono con lei.
Allora i cittadini di Mantova mandano il loro vescovo ad Enrico onde proporgli la scelta, o di togliere la città per assedio, ovvero entrarvi con consentimento loro dopo aver giurato rispettare gli edifici e le fortificazioni alla città, gli averi, la libertà, la vita ai cittadini.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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