- Va bene, risponde Oddo, questo non è affar mio. Ma non vorrebbe la vostra beatitudine dirmi alcuna cosa intorno alla faccenda delle provigioni?
- Vi dirò tutto laggiù, messer conte. Per ora lasciatemi solo. Ho d'uopo raccogliermi in Dio. Andate: vi benedico.
Oddo si stringe nelle spalle e parte. Nella sala trovò il capitano della guarnigione, che consultava tra gli altri capi, e gli comunicò gli ordini di Gregorio. E quegli, che ad instanza di lui era stato quivi messo dal senato e dal console romano per rinforzo, e che egualmente teneva il castello pel popolo, fastidito risponde:
- Ma pel santo battesimo, state dunque a vedere un po' che questo birbo di prete si avrà ficcato anche in mente che noi fossimo ai suoi comandi! Ci siamo ingabbiati qui come barbagianni, e per guardargli salda la pelle abbiam danzato un bel tratto alla musica delle baliste: adesso, per Dio! parmi che fosse ora di metter fine allo scherzo.
- Non prendete il galoppo, ser Ugoccione. Stiamo a vedere cosa intenda fare da sezzo; poi vi consiglierete dalle circostanze.
- Staremo a vedere sì, messer conte: ma il mio partito è già preso. Invece di morirci qui di fame, come lebbrosi all'ospedale, intendo meglio che andiamo a menare le mani là fuori con l'aiuto di Dio, e morire, come a soldati si addice, dove ora soldati sono e soldati si battono. Gli abbiamo finalmente cavato il ruzzo di fare il bravo a codesto garbato messere. Ma quando siamo giunti all'articolo penuria, io non trovo scritto in nessuna cronaca, dall'assedio di Troia in poi, che alcun capitano abbia fatto lo schifiltoso a non dimandare accordi e cedere alla fortuna della guerra.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Oddo Dio Gregorio Dio Ugoccione Dio Troia
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