Il destino dell'uomo sta nello sguardo: esso compendia le pulsazioni dell'anima, le rivela altrui, inspira interesse, impone. E la prigioniera aveva di quegli occhi indiani profondi e vellutati che appena si muovono ed esprimono ciò che si agita nel fondo del cuore. La spigliata persona avvolgeva in tunica nera, sulla quale vestiva un gamurrino con cappuccio ed ampie maniche, anch'esso di drappo oscuro. Al dito portava preziosa gemma. Come sentì dischiuder la porta, ella si volge, e conoscendo Oddo, sclama:
- Dio vi prosperi, messer castellano; credeva vi fosse venuto male, perchè da otto giorni non vi vedeva più, e Gano sapete se è prodigo a dare schiarimenti ai prigionieri.
- Che? madonna, vi avrebbe egli forse usate scortesie?
- Mai no, messer castellano. Povero Gano, fa quel che può a dominare la sua antipatia per me; e non fosse che a vostro riguardo, mi profonde amorevolezze. Ma se per avventura gli muovo parola di questi o di quegli, Gano mi anguilla, e non mi cava mai di smania.
- Quel disutilaccio è un fantastico uomo: però ha buono il cuore, bisogna convenirne.
- Propriamente. E poi con voi, messer Oddo, si potrebbe egli esser cattivo?
- Ah! voi mi lusingate, madonna. Ma l'uomo non può esser nè più buono nè più tristo di ciò che Iddio lo ha fatto; ecco tutto.
- Ditemi dunque, se il ciel vi aiuta, messere, ond'è che per otto giorni non vi ho veduto? Ho patita una smania ed uno stringer di cuore!... Già sapete che voi siete l'ultimo angelo della mia vita.
- Gli è, madonna, perchè ne sono accadute delle grosse, ma delle grosse assai, veh!
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Oddo Gano Gano Gano Oddo Iddio
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