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      Il re sorride e risponde: Bel sere, voi ci offrite cosa che non è più in vostro potere; non pertanto, mercè. Sire di Cosheim, risparmiate la città. E sì dicendo dava di sprone al cavallo, ed avendo alla destra l'arcivescovo di Ravenna, ed alla sinistra Baccelardo, per la via sacra, come Cesare, si reca al Vaticano. Le sue truppe intanto, giusta l'ordine del re al sire di Cosheim, senza rompersi a niuna maniera di libidine, come fra i soldati si suole con le città vinte, condotte dai capitani occupano in bello ordine dal Laterano al Vaticano, e tutti gli altri castelli più forti, e vi si mettono a presidio...
      - Il duca di Buglione era dunque morto?
      - Mai no. Gravemente ferito alla testa dall'azza del vescovo, riscuotendosi fe' voto di andar a combattere in Terrasanta. E non passò guari che per miracolo si sentì quasi sano.
      - Sicchè dunque il padrone di Roma è adesso l'imperatore?
      - Proprio lui. Perocchè, il giorno di poi, l'arcivescovo di Ravenna fu esaltato alla sede romana dai cardinali. E se aveste veduto che funzioni, madonna! Egli si presentò ad essere adorato a San Giovanni a Laterano sopra un cavallo morello che pareva volesse inghiottire il Campidoglio, con il suo bravo giaco di maglia addosso, cosciali e schinieri e bracciali e manopole, quasi si presentasse alla pugna, ed in testa l'elmo d'oro massiccio con l'aquila al cimiero, dono del re, coprendo la spada ed il pugnale che cingeva del manto ponteficio, il quale era proprio uno spanto a guardare. Che sì, che egli lo aveva conquistato il ponteficato!


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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