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      Gano spuntava da una parte con gli altri cinque prigionieri, e Gregorio da un'altra, con le braccia conserte sul petto, sereno nel viso, sodo nell'andare.
      Egli si trasse avanti le linee dei soldati, e dopo alquanto di silenzio, durante il quale quella gente rozza e niente affatto doppia pendeva dal tranquillo suo volto, come da quello di un santo da cui si aspetta miracolo, parlò:
      - Figliuoli, voi vi siete condotti da uomini valorosi e fedeli. Io rendo testimonianza dell'opere vostre innanzi al mondo ed innanzi a Dio, e ve ne ringrazio; e vi ricolmo di tutti i tesori celesti che con la santità del mio ministero posso prodigare. Il cielo vi avrebbe destinati per le sante corone dei martiri; ma io non sarò quel temerario che affretterà i decreti della provvidenza. Avete fatto il vostro dovere; avete combattuto da bravi; tenuta la rocca salda a fronte di migliaia di nemici. Gloria a voi, gloria all'Eterno che per mezzo vostro volle confondere i Madianiti! Ora però siamo giunti ad un punto in faccia a cui gli è mestieri recedere. Il nemico ci ha affamati. Si è servito dell'arma dei codardi perchè l'arma dei forti gli fu spezzata in pugno da Dio. Io resterò qui.
      - Voi? sclamano ad una voce Oddo ed Uguccione.
      - Io resto qui, continua Gregorio. Quando il Signore mi elesse a custode dei suoi figliuoli mi diede a divisa: Persevera, e sii saldo come le fondamenta del Libano. Debbo compiere il mandato sino alla morte. Voi uscirete ed andrete nella pace del Signore; perchè mi piace lusingarmi che i Filistei non vorranno essere vigliacchi al segno di farvi vitupero.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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