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      Ci giova sperare che il lettore non abbia dimenticato un personaggio di questa cronaca che abbiamo dovuto necessariamente lasciare indietro. Per colpa nostra avrebbe obliato uno dei più interessanti uomini dei tempi di mezzo. Parliamo di Roberto Guiscardo. E perchè questi deve di nuovo così gloriosamente ricomparire sulla scena, accenneremo volando volando delle sue cose dopo la presa di Salerno.
      Ravvicinatosi con Riccardo di Capua, invasero le Marche d'Ancona e vi fecero gran conquisto di paese. Gregorio irritato dell'affronto, e volendo arrestare l'audacia dei conquistatori, nel concilio di Roma pronunziò contro di loro scomunica e li privò degli Stati. Ma perchè gli anatemi non affettavano uomini di ferro, i quali non conoscevano altra legge che la spada, altro dominio che la forza, mandò loro contro le truppe del marchese di Toscana e li strinse ad abbandonare le terre occupate. Roberto, che aveva invasa la campagna di Roma solamente per far sentire l'energia del suo potere all'arrogante pontefice, si ritirò decorosamente, ed il principe di Capua mandò all'assedio di Napoli. Egli accampò sotto le mura di Benevento.
      Questa città, dopo la morte di Landolfo VI, era ricaduta alla Chiesa. Roberto voleva impadronirsene. Ma papa Gregorio, con le solite scomuniche, mandò tali rinforzi di scorte e di truppe che Roberto, fastidito dalle lungherie dell'assedio, lascia un manipolo di soldati al blocco e si reca in Calabria. Morto Riccardo, suo figlio Giordano libera dall'assedio Benevento.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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