Mi lusinga però la persuasione che ciò non sia per effetto del mio messaggio; perchè chi non sa quanto la duchessa Sigelgaita agogni perigli di guerra ed azioni generose, in cui raccoglie sempre la corona dei forti? Ardisco perciò supplicare ancor lei, che voglia persuadere il suo nobile sposo recarsi a soccorso(40) del pontefice.
- Che ti affoghi la peste, mariuolo di pellegrino! scoppia Rolando che or rosso, or verde nel sembiante si era a mala pena contenuto fino a quel punto. Che domine affastelli tu, con codesti guaiti da sgualdrina, di pontefice e di Gregorio? Per la santa luce di Dio! il pontefice è Clemente, e mi sento prurito di strozzare chiunque voglia venirmi a cantare altra solfa. M'intendi? Ed a dire che ho raccolto con me nella galea quel bel mobile di un tisico!
- Messer legato, voi mi fate ingiuria indebitamente, ed io affido a Dio la cura di dimandarvene conto. Voi avete esposto il messaggio del vostro padrone, ed io mi sono taciuto, perchè ciò mi conveniva. Non so perchè però voi sorgiate ad insultarmi quando io prego di porgere ascolto alle instanze dello sventurato Gregorio. Se non il riguardo di me, messere, perchè pei vinti non v'han riguardi, dovevate rattenervi per quella nobile dama, e per questo giovane, che è nell'età di apprendere azioni civili e generose.
Rolando stava lì per rispondere, ma Roberto gli taglia la parola, tanto più che ferocemente vedeva accigliare il suo figliuol Boemondo, e soggiunge:
- Signori, abbiamo udito le proposte di ambo i pontefici, ed in che modo essi intendano valersi dell'opera nostra.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Sigelgaita Rolando Gregorio Dio Clemente Dio Gregorio Roberto Boemondo
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