Tra le sue disgrazie avrà sofferta ancora l'onta del rifiuto, ed il disinganno di aver pensato generoso il nemico. Temistocle non avrà trovato il suo Serse.
- Ser pellegrino, lo rabbuffa Roberto, Gregorio VII, creatura orgogliosa che giammai avventurò nè parole nè opere, sapeva meglio di voi a qual uomo si dirigeva. Andate, ed a domani.
E sì dicendo si alzava, ed i messi, inchinandolo, uscivano.
Dopo un poco di silenzio, Sigelgaita fissa gli sguardi su Roberto e dimanda:
- Messer duca, non conoscereste voi per avventura quel romeo?
Roberto resta sorpreso della dimanda, ed a sua volta considera la faccia di sua moglie fatta pallida. Poi, freddo freddo, risponde:
- No.
Sigelgaita piega gli occhi, e senza dir motto, esce.
VI.
Ben ai omais qeu sospir, e qeu plaignaQab parc lo cor non part, qan me recort
Del bel solaz, del ioi e del deport.
PERIOL D'ALVERNIA.
La notte era inoltrata, tutti nel castello dormivano. Solo il romeo percorreva a lento passo la sua camera, soffermandosi di tratto in tratto avanti la finestra per contemplare il tacito corso della luna, ed il luccicare della marina. Egli aveva gittato il capperuccio dietro le spalle e piegate le braccia sul petto. La luna gli rischiarava il sembiante che, contornato dal nero abito, appariva più pallido ancora. Gli occhi scintillavano, avvegnachè in quel placido meditare della notte languidi e velati dovessero mostrarsi. Egli attendeva qualcuno perchè ogni più tenue susurro la scuoteva di un sussulto, perchè non distoglieva gli sguardi dal cielo se non per guardare all'uscio che si aprisse.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Serse Roberto Gregorio VII Sigelgaita Roberto
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