Ah! Alberada, se mai non ti avessi amata, o debolmente, avrei allora posto a scrutinio il fatale racconto dell'abate di Cluny, meditato sulla tua condotta, e non ti avrei vituperata di un ripudio. Ma io bruciava del tuo amore; io faceva eco a tutti i baroni che si dicevano: niuno è lieto di più bella e virtuosa consorte come il Guiscardo! Mi credetti tradito, e preso da impeto insano, nel punto stesso mandai per altra sposa, seguii il messo, aggiustai le nozze, e travagliato da disperazione, da ansietà infernale, da amore, da gelosia, da tutte le passioni che possono far misero un uomo, escogitai la vendetta, ti feci preparare le feste per la novella sposa, e nell'ebrietà del convito ti gittai sul volto il ripudio.... Dio mi ha punito, Alberada, Dio mi(41) ha severamente punito. Perdonami e compiangimi tu pure, o se nol puoi, almeno non disprezzarmi.
- Disprezzarti, Roberto, prorompe Alberada, e due lagrime lucide e lente le solcano le gote, ed hai potuto pensarlo mai! Io non ti ho apposto a colpa che tu m'abbi allontanata da te, perchè vado convinta, in terra non muoversi stelo che a Dio non piaccia. Compresi fin da prima che un'allucinazione ti aveva turbata la mente, e desiderai questo momento di colloquio per giustificarmi teco. Ora tu mi dici che sei sicuro di mia innocenza; ed io ti ringrazio che mi abbi così tornati tranquilli i poveri e vedovi dì che mi restano a vivere. La mia missione quaggiù fu di abnegazione. Mi sono rassegnata da lungo tempo alla parte che Iddio mi ha destinata.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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