Non lo avrei mai creduto.
- Mi porti il diavolo, se non penso anch'io così. Ma la cosa è proprio come ella la dice... però se non avete dimenticato di leggere. Per me già non mi è potuto mai entrar nella memoria quell'affare di sillabe e di lettere. Che affare, dannato! Ho domati cavalli, ho addestrati falconi, ho difese piazze e castella, ho affrontati nemici, Dio sa quanti! e quattro birbe di lettere ebbero a farmi perdere il cervello e la pazienza. Mai più, mai più. Andiamo adesso: che dobbiamo rispondere a quei bell'imbusti di laggiù? Perchè qualche cosa di sicuro dobbiamo rispondere - non fosse che per mostrarci venerati cavalieri.
- Ecco, riprese Gregorio, con tuon fermo, rilevando la testa, componendo il sembiante ad aria severa ed altera: farete loro sapere che sbrattino la città; che l'infame antipapa si constituisca nostro prigioniero nel palazzo di Vaticano; che ci diano ostaggi di sicurtà; e che gl'invasori di Roma si obblighino di aspettare il nostro lodo sulla penitenza che vorremo dare loro per aver osato avvicinarsi a mano armata alla sede di Pietro. A questi, e non altri patti, noi usciremo di qui. Andate, e fate saper loro i nostri voleri.
Oddo lo guarda in volto di una maniera significativa e curiosa, poi, crollando il capo e mettendosi le mani alla cintura, soggiunge:
- Sentite, messer papa, siamo stati alcuni mesi insieme e mi dispiace che non mi abbiate ancora conosciuto. Codesta è risposta di un poltrone e di un traditore... non corrugate il ciglio, perchè con me già non caverete nulla, e bisogna che la cosa io ve la spippoli come la mi frulla pel capo.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Dio Gregorio Vaticano Roma Pietro
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