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      Ma avendo infine compreso che vanamente si arrabattava a tal uopo, che irreparabilmente Roma era perduta, risolse attaccare il suo destino a quello della signora del mondo, e fare scoccare l'ora della sua vendetta. Rientrò quindi nel suo alloggiamento onde provvedersi di armi e di destriero.
      Non appena egli vi pose piede, che il suo paggio Corrado, dominato fino allora da mortale ansietà percorrendo la stanza a lunghi passi, gli si gitta addosso e mille domande gli volge se fosse ferito. Baccelardo risponde alle amorevoli carezze di questo bel giovanetto per un tristo bacio sulla fronte. Poi muta il suo giaco, squarciato in più luoghi, prende nuova rotella, nuova spada e lancia, e si fa allacciare le correggie dell'elmo. E tutto senza dir parola, con una solennità ed una freddezza, che agghiacciava il cuore del sollecito damigello. Però come il suo armamento fu compiuto, Baccelardo ordina ad uno scudiero d'andargli a preparare il suo destriere Licht, il quale, perchè troppo vecchio, aveva risparmiato la mattina, ben prevedendo avrebbe avuto bisogno di cavallo più leggero e più vigoroso. In quel momento decisivo della sua sorte, e' non volse scompagnarsi dal più fedele amico che unicamente lo aveva amato e tanto... prima che il cielo gli avesse messo a fianco il tenero damigello. Questi, durante quegli apparecchi, divorato da ineffabile smania, non aveva profferita parola. Ma come vide che Baccelardo, dopo avergli gittato uno sguardo - uno sguardo che racchiudeva tutta una storia di passione - si allontanava senza neppure confortarlo del consueto bacio sulla fronte, gli corre dietro frettoloso e cadendogli ai piedi grida:


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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