- Vuoi farmi dunque morire?
Baccelardo lo solleva dal suolo, e stringendoselo al petto con una ineffabile tenerezza, con una voluttà disperata e baciandogli replicate volte il sembiante, suo malgrado una lagrima gli cade, ed il pallido volto del contristato giovane bagna.
- Dove vai dunque? questi dimanda. Ti ho veduto tante e tante volte andare a combattere e mai il cuore mi si è stretto così aspramente; mai tu mi hai lasciato con quell'aria mesta e funerea. Di', Baccelardo, in nome di Dio! dove dunque vai tu?
- Vado incontro al mio destino, Guaidalmira. Non mi hai veduto mai correre alla pugna di questa ciera abbattuta, perchè mai a simili pugne sono andato. Ora si deve decidere. Egli è qui, egli mi deve un conto; vado a trovarlo, vado a cercarglielo.
Guaidalmira, perchè dessa era il paggio Corrado il quale aveva seguito Baccelardo fra tante sventure e pericoli; Guaidalmira, che conosceva tutta la storia di lui, non fa più motto. Solo dopo un minuto di silenzio risponde:
- Ebbene, va pure. Però non puoi negarmi ch'io t'accompagni.
- A che pro, Guaidalmira?
- Noi so io stessa. A nessun pro per certo. Ma voglio accompagnarti; e tu non puoi rifiutarmelo.
- Ma sai che s'io ti vedessi, se io ti vedessi impallidire e tremare, perderei ogni equilibrio di mente, e forse...
- Tu non mi vedrai. Mi metterò un morione con la buffa inchiodata. Ma voglio accompagnarti; voglio essere presente allo scontro terribile; il tuo destino ti porta... alla vittoria. Voglio, debbo perciò esserci anch'io. Ricordati che a Canossa accomunammo il nostro avvenire; accomunammo la nostra sorte.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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