Roberto le fissa addosso gli occhi incristalliti, poi gitta un sospiro e si volge dall'altro lato. Dall'altro lato gli si presenta Rolando da Siena che ghignava diabolicamente. Allora terribile pensiero gli corre alla mente, e forse tutto il nefando ed il laido di quella storia comprende. Fa uno sforzo onde sollevarsi sui guanciali un momento; le pupille acquistano un baleno di fulgore vitale, e la mano alza, quasi avesse voluto fulminarli di una maledizione. Poi cambia d'aspetto incontanente. Le guance tornano pallide, le braccia accoglie a croce sul petto, gli sguardi dirige al cielo, dice con voce chiara: Dio vi perdoni! Chiude gli occhi e ricade supino sul letto.
Quei due gli si accostano per contemplarlo ancora. Era morto! Si dettero un bacio ed uscirono.
Questo fu il compianto che l'ultimo sospiro di Roberto Guiscardo, duca di Puglia e di Calabria, accompagnava. Questa la fine di un uomo che aveva vissuti settant'anni di gloria, fondato un regno ed una dinastia, non mai conosciuta la sconfitta, e che il più grande, il più prode, il più generoso dei tempi suoi fu pure, malgrado le sue colpe, malgrado i suoi difetti.
Le ossa attendono il finale giudizio del Signore nella cattedrale di Venosa; abbiano requie, se vistosa tomba non hanno.
Gregorio VII lo aveva anteceduto di qualche mese.
III.
Vi lascia, e mesto e solo.
Senza più speme e con la morte in facciaVa in altra parte di un sepolcro in traccia
CRONECK.
Appena Gregorio toccò la terra dell'esilio sembrò avesse perduta tutta quella sua potente energia.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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