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      I.
     
      Don Diego Spani.
     
      Sulla strada di Napoli alle Calabrie, in mezzo alla catena degli Apennini, a qualche miglio dal passo di Campotenese, trovasi un grosso borgo chiamato Lauria.
      Il borgo, addossato alla montagna, ha due piani: Lauria inferiore, nera, immonda, dalle strette viuzze, dai casolari screpolati, si accoccola nella valle. Lauria superiore, più moderna, si attacca quasi alle vette della montagna, là dove passa la strada consolare. Questa parte del borgo è più aristocratica. Le piccole case del popolo grasso, la chiesa, il palazzo del vescovo, le locande, il convento dei cappuccini, la casa municipale giacciono quivi, e tutto ciò è nuovo, gaio, netto, con delle pretese architettoniche. Un sentiero angusto, pericoloso, ai lembi di un precipizio, riunisce le due braccia del villaggio sul dorso della montagna, mediante un piccolo ponte traballante, gettato sul torrente. Giù poi, nella valle, le due Laurie sono congiunte da una strada pietrosa che fa un lungo circuito.
      La montagna è nuda e scarna: un agglomeramento di pietre grige e di argilla rossastra dall'aspetto desolato. Non alberi, non terra coltivabile, non giardini. Alcune capre etiche si disputano qua e là i tristi ciuffi di ginestro e le macchie di cipresso. Lontano, altre montagne ugualmente nude o rivestite di pini selvaggi e di frassini, dei precipizi violentemente trambustati, delle gore che divengono torrenti; e più lontano ancora, un'aria azzurrastra e vaporosa: il mar Tirreno.
      L'aspetto degli abitanti non è guari più prospero di quello del borgo.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874, pagine 387

   





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