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      Bronzati, squallidi, vestiti di fustagno o panno bruno - filato, tessuto, tinto in casa dalle femmine della famiglia - essi hanno il portamento grave e la solennità dei vecchi mastini.
      All'estremità del borgo inferiore, vicino al letto del torrente, sorgeva una casetta isolata, di un sol piano, coverta di tegole rosse pizzicate di muschio. Un muro di pietre senza cemento, coronato di rovi, inquadrava questa povera e nera dimora, e proteggeva un pezzetto di giardino di un paio di jugeri, cui il proprietario aveva disputato al torrente. Qualche alberi fruttiferi, dei cavoli, dei finocchi, delle radici, ed altri legumi spuntano dal suolo accuratamente pettinato. Un sentieruolo coverto da una pergola correva lungo la casa; due vialuzzi dividevano il giardino a croce.
      Una porta dell'abituro sporgeva sulla strada; un'altra, di rincontro, sul giardino: ambo si aprivano in una larga sala.
      Il fumo aveva annerita questa stanza, la quale serviva nel tempo stesso di tinello, di cucina, di salone, di legnaia, di credenziera, di forno, di tutto - eccetto di camera da letto. Due altre cellucce, alle due estremità della sala, avevano questo ufficio. Due grossi alari di ferro sostenevano i ceppi del focolare dal vasto mantello ed impedivano ai tizzoni di rotolare sulla pignatta che bolliva innanzi al fuoco.
      Un maiale terminava il suo pasto della sera in un angolo della sala. Esso brontolava, si avvicinava di tempo in tempo al camino ove andava a scomodare un cane steso tutto di lungo. E questo, coś rimescolato da quel figliuolo viziato della casa, se gli slanciava alle orecchie, lo mordeva, e lo rimandava al suo truogolo.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387