- In questo caso, che Dio ci protegga, esclamò Bambina. Io non c'intendo nulla ed ho paura di tutto.
Una lagrima spuntò negli occhi del prete, una lagrima appena comparsa che bruciata. Egli guardò sua sorella e sclamò:
- Ah! se io fossi solo!
- Due valgono ancora meglio! rispose costei ed andò a coricarsi.
Don Diego passeggiò nella camera fino a mezzanotte. Poi preso dal freddo, - il fuoco si era estinto, - andò anch'egli al suo giaciglio mormorando:
- Infine, vedremo.
II.
Come il vescovo di Policastro accudiva il suo ovile.
Monsignore Laudisio era un vescovo secondo il cuore del re. Egli si preoccupava mediocremente di esserlo secondo lo spirito di Dio. Lo si era innalzato a quel posto per dargli una ricompensa. Monsignor Laudisio aveva denunziato parecchie migliaia di carbonari, snidati al confessionale nel tempo delle sue missioni evangeliche, quando era monaco nella congregazione di San Alfonso de Liguori. Lo si era installato come vescovo in una provincia, in una diocesi, le più infette di liberalismo, - il Cilento, - ed egli dominava nel vescovato di Policastro e Lauria.
Egli esercitava le funzioni apparenti di vescovo; le funzioni intime di alto commissario di polizia della provincia. Monsignore Laudisio corrispondeva poco punto col papa e col ministro del culto; quasi tutti i giorni col ministro della polizia. Egli aveva aperto, oltre a ciò, un grande ufficio di collocamento di sudditi fedeli al trono ed all'altare. Si dibatteva il prezzo direttamente con lui, il sant'uomo, perocchè egli era avaro come un prete soppannato di un vescovo, un vescovo foderato di un monaco.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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