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      Il Codice del Contenzioso era aperto innanzi a lui.
      Monsignore portava la sottana nera del suo ordine, la croce d'oro gittata(2) dietro le spalle, la berretta piantata di traverso sulle tempie, un collare(3) aperto al collo, lasciando intravedere un collo di camicia di servizio da parecchi giorni.
      Quando si ebbe terminato il suo dispaccio, e che l'ebbe suggellato e collocato con gli altri, levò il capo e disse a Don Diego, poggiando i gomiti sul tavolo e congiungendo le mani sotto il suo mento:
      - Don Diego, figlio mio, tu vai a confessarti con me.
      - Vi domando perdono, monsignore, non sono preparato.
      - Ah! fece monsignore Laudisio, un prete che terminò or ora di dir la messa e che non è preparato per confessarsi al suo vescovo?
      Don Diego lo guardò raddrizzandosi e piegando le braccia sul petto. Monsignor(4) Laudisio fissò egualmente i suoi occhi schernitori sul prete. Ambi si misurarono dalla testa ai piedi, si compresero.
      - Monsignor reverendissimo, dimandò Don Diego, codesta confessione è dessa indispensabile?
      - Dubiteresti tu dunque dell'efficacia di un sacramento? sclamò il vescovo.
      - Il sacramento può esser buono, monsignore, ma le disposizioni del penitente e del confessore non altrettanto. Il padre Sanchez l'ha detto.
      - I gesuiti, figliuolo mio, facci attenzione, non sono sempre finamente ortodossi.
      - Vostra Eccellenza appartiene alla compagnia di S. Alfonso.
      - Così dunque?
      - Sta bene monsignore.
      - Allora vatti a raccogliere per qualche minuto nella camera qui presso, mentre io scrivo due parole al procuratore generale di Potenza.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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