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      Ella aveva l'ovale allungato delle fisonomie delle madonne di Murillo, - il pittore che abbia meglio compreso ed espresso la donna ideale. Il suo bel mento, bianco come il latte, era diviso da una bella piccola pozzetta, o piuttosto un piccolo solco. Bambina aveva, oltre a ciò, una ricca capigliatura castagno che rilevava il tuono della sua pallidezza ed inquadrava una fronte tagliata fieramente.
      L'espressione generale ed ordinaria del viso di Bambina era il dolore, la tenerezza. Si sarebbe detto che questa giovinetta fosse un'edera la quale cercava perpetuamente il suo posto di appoggio, l'albero intorno a cui allacciarsi mollemente. Un certo languore nei suoi movimenti, un certo abbandono nelle sue pose, la nota della sua voce dolce ed allungata, il suo andare in cadenza, la sua testa inclinata, avrebbero dato a credere che in questa fanciulla la volontà fosse assente, agghiadata forse, e ch'ella si lasciasse trascinare dalla corrente della vita, faticandosi di volere, ed anche di pensare. Ma il suo naso un po' all'insù, le sue narici piccole, rosee, eccessivamente mobili, le sue fiere sopracciglia arditamente arcate, quel filo impercettibile di bianca madreperla che separava le due labbra e denunziava dei denti magnifici, quella riga appena visibile che partendo dalla radice del naso si perdeva sull'Olimpo della sua fronte pura, il movimento brusco col quale si raddrizzava in un istante come i fanciulli viziati, manifestavano altresì che sotto quella peluggine di eider si celava una scintilla che all'occorrenza poteva divampare, rischiarare, incendiare, che l'angelo poteva trasformarsi in demonio, la femmina in tigre.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Murillo Bambina Olimpo