L'architetto, secondo la leggenda, avendo domandato a re Nasone, che volle visitarlo stando a caccia a Persano, come trovasse l'opera sua, re Ferdinando rispose:
- Eccellente.
- Sire, ne sono incantato.
- Qualche cosa vi manca però, riprese quel re beffardo.
- Che cosa, sire?
- La tua testa.
Il ponte aveva costato tre milioni. Gittandolo un po' più in su, l'architetto avrebbe risparmiato allo Stato tre quarti della somma. Ma egli avrebbe altresì guadagnato di meno. L'osservazione del re, pur troppo giusta, lo spaventò: quindi a poco morì di paura!
A mezzodì il sole comparve e si salì a piedi l'erta a picco dello Scorzo, altrettanto per alleggerire i cavalli che per sdolenzirsi. Faceva freddo. Le montagne di Postiglione erano belle nelle loro bianche drapperie dorate, da raggi ridenti. L'Olborno abbarbagliava. Il Sele travolgeva flutti torbidi e corrucciati. La foresta di Persano, caccia reale, sembrava un'immensa macchia nera nel mezzo del piano, ove degli olivi grossi come querce secolari, screpolati, fessi, attortigliati, mutilati come invalidi, popolano la campagna di Eboli. Ai lembi della pianura, sulle sponde del mare. Pesto. Alla vetta della montagna di Scorzo, i viaggiatori scorsero in lontananza, come un'immensa lamina arancio ed azzurro, il mare e le montagne di Amalfi.
Ad Eboli il cappuccino si fermò. Il capitano(7) si fermò a Salerno. Però egli scrisse, alla matita, due parole a suo fratello per raccomandargli Don Diego. E grazie a lui, il calesse che doveva condurre i viaggiatori a Napoli fu trovato immantinente, ed il cocchiere fu obbligato a mostrarsi ragionevole e cortese.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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