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      Del resto, non seggioloni, non tende, non tappeti, non specchi, non orologi, non candelabri: in mezzo del salone, al posto della lumiera, una gabbia con un canarino che non cantava più.
      Erano degli avanzi che ornavano una tomba!
      Bambina si sentiva soffocata; Don Diego, rotto e schiacciato. Egli, l'ho detto, dava alla sua dimora la toiletta appropriata ad ammortire i sospetti della gente officiale che sarebbe venuta a snidarlo.
      La toiletta delle persone fu in armonia. Don Diego pigliò un costume mezzo prete e mezzo laico, non senza una certa eleganza: cappello tondo, cravatta e panciotto neri, soprabito bleu lungo, brache di drappo nero, e stivali che salivano fino al ginocchio, alla scudiera. Bambina si vestì da una beghina di religiosa.
      Queste spese e quelle di viaggio avevano assorbito una parte della piccola somma portata da Lauria. Restava nondimeno di che vivere un anno per bussare alle porte della fortuna prima di mendicare.
      - E quando tutto sarà finito, disse Don Diego a sua sorella, se non saremo riesciti, tu entrerai in un convento, io.... mi brucierò le cervella.
      - Bravo! interruppe Bambina, bruciarti le cervella? Tu saresti ridicolo agli occhi dei napolitani. Tu perderesti la loro considerazione se non ti precipitassi da un quinto piano e ti fracassassi il cranio sul lastrico come un semplice vecchio coccio. Speriamo fratello, - soggiunse ella in tuono più serio. Il barone di Sanza ci aiuterà.
      - Noi siamo poveri, figliuola, e tocchi dalla disgrazia. Non abbiamo dunque amici.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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