Ma non parliamo più di ciò! Quanto a voi, ve lo ripeto, sono impotente. Pas d'argent, pas de saucisses! soggiunse egli ridendo.
- Lo so. Una chiave d'oro, è la sola chiave che apre tutte le porte qui.
- La sola, no. Una bella donna, un segreto di Stato, un servizio reso alla polizia, l'abilità a manipolare un miracolo... che so ancora? No, vi sono altre risorse nel nostro bel paese, grazie a Dio. Laonde non bisogna disperare. Cercate, sappiate cercare, e troverete.
- In un parola, bisogna essere vile ed infame, osservò Don Diego.
- Ah! sclamò Don Domenico come allocchito, se voi apprendete la lingua nei cattivi dizionari, se voi avete dei principj, aprite una finestra e gettatevi nella corte.... Questo mondo non è per i gaglioffi, soggiunse Don Domenico, con umore, alzandosi.
- Scusate, signore, disse Don Diego, accorgendosi d'aver offeso l'impiegato che da una mezz'ora gli parlava a cuore aperto. Perdono, davvero. Non è dei principj che io proclamo qui; è la mia inesperienza di linguaggio che mi fa chiamar oca un papagallo. Arrivo di provincia. Ma mi formerò....
- Oh sì, mio caro, formatevi e poi venite a vedermi. In questo mondo non si vive mica solamente di vescovadi. Voi potete fare altra cosa.
- Ah! se io non avessi a lottare contro la polizia....
- Corbellerie! La polizia non esiste. Voi non avete a lottare che contro la miseria. Abbiate dei quattrini, e vi si darà il Padre Eterno. D'altronde, voi sarete ricco quando non avrete più pregiudizi. Voi avete una mina....
- Sì, rispose Don Diego sorridendo: la mine d'un homme condamné au suicide.
| |
Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
|
|
Stato Dio Don Diego Don Domenico Don Domenico Don Diego Padre Eterno Don Diego
|