Pagina (66/387)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma non parliamo più di ciò! Quanto a voi, ve lo ripeto, sono impotente. Pas d'argent, pas de saucisses! soggiunse egli ridendo.
      - Lo so. Una chiave d'oro, è la sola chiave che apre tutte le porte qui.
      - La sola, no. Una bella donna, un segreto di Stato, un servizio reso alla polizia, l'abilità a manipolare un miracolo... che so ancora? No, vi sono altre risorse nel nostro bel paese, grazie a Dio. Laonde non bisogna disperare. Cercate, sappiate cercare, e troverete.
      - In un parola, bisogna essere vile ed infame, osservò Don Diego.
      - Ah! sclamò Don Domenico come allocchito, se voi apprendete la lingua nei cattivi dizionari, se voi avete dei principj, aprite una finestra e gettatevi nella corte.... Questo mondo non è per i gaglioffi, soggiunse Don Domenico, con umore, alzandosi.
      - Scusate, signore, disse Don Diego, accorgendosi d'aver offeso l'impiegato che da una mezz'ora gli parlava a cuore aperto. Perdono, davvero. Non è dei principj che io proclamo qui; è la mia inesperienza di linguaggio che mi fa chiamar oca un papagallo. Arrivo di provincia. Ma mi formerò....
      - Oh sì, mio caro, formatevi e poi venite a vedermi. In questo mondo non si vive mica solamente di vescovadi. Voi potete fare altra cosa.
      - Ah! se io non avessi a lottare contro la polizia....
      - Corbellerie! La polizia non esiste. Voi non avete a lottare che contro la miseria. Abbiate dei quattrini, e vi si darà il Padre Eterno. D'altronde, voi sarete ricco quando non avrete più pregiudizi. Voi avete una mina....
      - Sì, rispose Don Diego sorridendo: la mine d'un homme condamné au suicide.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Stato Dio Don Diego Don Domenico Don Domenico Don Diego Padre Eterno Don Diego