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      Perocchè si spippolano in questa chiesa qualche cosa come duegento messe al dì.
      Eccola.
      Il Purgatorio è la più felice invenzione finanziaria della chiesa cattolica. Questa specie di dock delle anime, sospeso tra l'Inferno ed il Paradiso, occupa l'entre-sol incomodissimo della salvazione, un lazzaretto malsano, molto angusto, avente nel medesimo tempo le angoscie dell'inferno e l'ansietà del Paradiso cui s'intravede come Tantalo vedeva l'acqua. Per uscirne bisogna pagare i diritti di magazzinaggio, farsi lindo, soffocare ogni minimo germe di contagio: l'anima s'imbucata essa stessa nel fuoco cortese del luogo.
      I sopravviventi nel mondo possono pagare il dritto di passaggio nelle mani di un prete che ne trasmette la ricevuta nel cielo. Questa ricevuta sono la messa o le indulgenze.
      Le anime liberate così rendono poi ogni specie di piccolo servigio nel cielo a coloro che hanno cooperato al loro affrancamento, e la partita si salda onestamente. Ora qual'è il figlio così crudele che rifiuterebbe a suo padre, a sua madre un aiuto sì utile per cavarle di smania? Qual'è la madre senza cuore, la sposa senza viscere che vorrebbe lasciare il figlio amato, il marito affettuoso cui potrebbe riconfortare? Da tutto ciò, quelle cotali elemosine per le anime del Purgatorio, inventate nel VI secolo, cui i protestanti attaccano così vivamente.
      La plebe e la borghesia napoletana, che non sono eretiche, se ne vanno in solluchero per le anime del purgatorio. Si scrocca, si ruba, prostituisce ognuno ciò che può, si fa tutto il male possibile, tutte le ribalderie.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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