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      Ma ciò non è tutto.
      - Debbo tenere inoltre un registro di cassa? interruppe Don Diego.
      - Sarebbe un lavoro inutile, rispose Don Lelio. Io piglio la consegna della cassa ogni sera, prima che voi partiate, e voi la trovate vuota l'indomani. Il vostro impiego è soppannato di una funzione morale delicatissima e difficilissima. Voi siete un portavoce maggiore, che avete sotto i vostri ordini altri ventiquattro portavoce.
      Don Diego spalancò gli occhi ed ascoltò attentamente. Don Lelio continuò:
      - Non è collettore delle anime del purgatorio chi vuole. Codest'uomo, dall'aspetto bonario o sorridente, pulitamente vestito ma senza affettazione, una scodellina gialla alla mano a guisa di coppa, dondolandosi gravemente, parlando a voce dolce, è un compare pieno di astuzie, di unzione, di elasticità, eloquente come dieci avvocati, dicendo mille cose con una parola, indovinando il pensiero del pensiero, sceneggiando l'indifferenza, e spandendo nelle città il soffio che fa battere i cuori, i cervelli, le lingue per ventiquattr'ore. Egli sa a chi deve dare a baciare le anime del purgatorio dipinte sul suo scodellino, a chi bisogna dare una presa di tabacco o un numero alla lotteria, a chi conviene raccontare una storia, a chi bisogna soffiare un consiglio. Egli sa come fare espettorare due soldi a chi non ne dà(9) che uno con stento, chi bisogna far ridere di un motto arguto, chi incoraggiare con un sursum corda divoto, come far sorridere una bella figliuola, come piaggiare una buona madre, come celare una gherminella ora della moglie ora del marito che si lamenta, e come si scongiura un sospetto con una piccola menzogna.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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