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- Di tacersi, interruppe Don Diego.
- Un avvocato che si tace? donde diavolo sbucate voi zzi prč! Cesare aveva paura del silenzio di Cassio. Il marchese di Sora, il nostro ammirabile ministro di polizia, non ammette neutri.
- Ma allora....
- Ah! allora gli č mestieri essere accorti. Noi siamo degli uomini di affari qui e non dei missionari che esercitano un apostolato, come dice il nostro grande messia Giuseppe Mazzini. Io traffico elemosine e messe; io sono intermediario tra il cielo e la terra per la pesca delle anime del purgatorio che cacciamo in paradiso. I miei azionisti, che hanno accomanditato questa santa tratta, non capiscono un'acca di costituzione, di unitą italiana, di costituenti, del diavolo e di sua moglie. Essi mercanteggiano anime di trapassati, non di cittadini del regno costituzionale delle Due Sicilie. Bisogna restar fedeli al mandato. Servire i nostri amici, ma non solleticare la folgore assopita dei nostri nemici. Davvero! noi saremmo proprio bene avanzati se chiudessero la nostra bottega. Capperoni! e le anime che bollono nel fuoco vendicatore e redentore? Ed i nostri padri, le nostre madri che ci tendono le braccia dal fondo della loro caldaia di zolfo? Ser abbate, vi do quattro carlini al giorno. Se ci f..... in gattabuia, e' non sarą il barone di Sanza che ce ne caverą e che vi darą soltanto tre calli.
- Volete farmi la grazia, signore, disse Don Diego dopo un istante di silenzio, di spiegarmi chiaramente e senza considerazioni indirette, la natura delle mie funzioni morali, oltre il conto materiale del danaro.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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