Egli dimora, presso di voi.... la notte. Tasterò ancora il terreno da questa banda. Basta che la polizia vi lasci tranquillo.
- Ah! ecco giustamente ove è la pietra d'intoppo.
E qui Don Diego raccontò un poco del suo colloquio con Don Lelio Franco.
- Infatti, infatti! che volete? disse Don Domenico. Don Lelio potrebbe bene essere un poco l'agente del conte d'Altamura... voi sapete? il capo della reazione, l'agente segreto ed onnipotente del re. Vi sarebbe forse qualcosa a fare anche da quel lato lì. Ma voi siete un mulo sì ombroso.... Andate. A stasera.
- Che geenna che è questo paese! sclamò Don Diego andandosene. Non si esce di polizia che per cader nella chiesa, e non si spania dal prete che per imbrodolarsi nel birro! Ah! se io fossi solo! Popolo vigliacco ed infame, va!
Ho bisogno di dire che le ricerche promesse da Don Domenico erano false e che egli aveva inventato questo pretesto per andare a vedere Bambina? In fatti, alle nove della sera e' suonava alla porta di Don Diego.
Che costui sospettasse o no dello scopo della visita, il fatto è che Bambina si trovò nel salone, vicino alla tavola, e che ella aveva spogliata la beghina di monaca di casa. Don Domenico salutò profondamente la giovinetta, si assise sul canapè a fianco al prete e cominciò a versargli la cervogia anestesiaca delle menzogne cui aveva preparate. Tutto andava bene, molte promesse, un avvenire pieno di fiorenti prospettive.... ma nulla per il momento. Infrattanto, il futuro segretario generale del ministero per gli affari ecclesiastici s'inebbriava della contemplazione di Bambina.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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