Seguì un momento di silenzio. Bambina intravide un altro aspetto della vita. Ella non osò quindi domandare: Perchè no la moglie di un ambasciadore, poichè ambasciadore vi è? Rispose invece in tuono umile:
- Io mi rassegno; e non è un merito, avendo mai sempre sperato sì poco. Solamente, ve ne scongiuro, non mi lasciate nel vago. Voi avete accusato mio fratello e l'uomo che domanda sposarmi. Formulate le vostre accuse. Io debbo pigliare un partito.
- Ebbene, non precipitate nulla. Gli avvenimenti incalzano ed essi vi rischiareranno. Quel Don Domenico Taffa è un miserabile senza dubbio. Ma egli vi ha vista; perchè non si sarebbe egli violentemente acceso di voi poichè altri lo furono?
- Infatti! sclamò Bambina sorridendo con amarezza.
- Se il suo amore è vero, egli persisterà, continuò Tiberio, deciso a non comprendere le illusioni di Bambina. D'altronde io lo farò sorvegliare.
- Che tristo mestiere! proruppe Bambina. I birri ci sorvegliano per salvare la società; son dessi meno orridi per ciò?
- Allora, io mi asterrò. Quanto a vostro fratello....
- Ah! fate attenzione....
- Quanto a vostro fratello, si diffida di lui. Il suo pensiero è malato: le sue tendenze non sono buone. Ma alcun atto, fin qui, non è stato allegato contro di lui. Io lo difendo ancora. Il suo carattere fosco, la sua aria incerta, il suo approccio poco simpatico, la sua timidezza, giustificatissima del resto, possono occasionare qualche equivoco. Ciò è di già troppo al suo posto. Tutto ciò, preso insieme, gli nuoce, vi nuoce, m'impone una grande circospezione.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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