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      Ella avrebbe pregato, se glielo avessero insegnato.
      Povera fanciulla, il turbine scherza con un bricciolo di lolla!
      Don Diego entrò.
     
     
     
      X.
     
      L'esplosione.
     
      - Tu vai a spiegarti, non è vero? gridò Bambina gittandosi al collo di suo fratello. Tu mi proverai che ciò è falso, non è vero?
      Don Diego si trovava nella situazione di spirito la più dolorosa e la più contrastata. Aveva subìti nuovi affronti e nuovi disinganni.
      Dopo aver lavorato tutto un giorno ed aver messo a luce un capolavoro sotto le strette della disperazione, un balordo gli aveva dichiarato che la sua elucubrazione era un'assurdità. Il canonico(15) Pappasugna, a cui il gesuita l'aveva raccomandato, gli aveva dimandato un panegirico sull'Ascensione. La cosa urgeva. Don Diego si era rinchiuso nel gabinetto del canonico ed aveva composto un magnifico pezzo di eloquenza pieno d'imagini nuove e poetiche. Egli aveva seguito di pianeta in pianeta, di stella in stella, d'empireo in empireo, il Cristo ancor uomo che si eleva nei cieli sur uno strano veicolo, perde a poco a poco la vista del suolo, percorre gli spazi infiniti seminati d'astri e scorge infine Dio, - l'immensa armonia, - come il centro di queste armonie... Ma non uno dei luoghi comuni stupidi, consacrato dalla rettorica dei vecchi predicatori, non una parola di teologia, nessuna trivialità.
      Il canonico non aveva gustato la novità, riserbandosi nondimeno di apprendere e di recitare il panegirico e di giudicarlo in ultimo appello dall'effetto che produrrebbe sull'uditorio, il 21 maggio prossimo.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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