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      Il suo veterinario particolare andava in città a portare i soccorsi del suo sapere a tutti i cani per i quali si reclamava l'assistenza della ricchissima e nobile lady. Ogni mattina, ella faceva una toiletta come avesse dovuto recarsi a corte, ed andava a visitare i cani.
      Voi potete immaginarvi quale festa rumorosa(19) ella ricevesse. Ogni cane, entrando da lady Keith, prendeva il nome del santo del giorno iscritto al calendario, ed ella ne celebrava la festa, portandogli dei doni: a questo, un collare d'argento, a quello, una pellegrina di velluto, ad un altro, una nicchia in tappezzeria, ai più ghiotti, delle leccornie, agli amorosi un tête-à-tête, in un gabinetto particolare con i più belli o le più belle di una razza collaterale. I più attempati, o i più gravi, erano riuniti in una sala a parte ch'ella chiamava il suo senato. Ella aveva altresì la sua camera dei deputati: i gridatori, i collerici, gli accattabrighe, gli intriganti. Il terribile sovrano di questo piccolo Stato di Monaco era un bull-dog, grosso come un bisonte, cui ella chiamava Ferdinando II dopo che si ebbe brighe con questo principucolo.
      Avanti, da perfida albionese, lo chiamava Napoleone. Numerosi domestici sorvegliavano la corte di questa Semiramide. I cani avventurieri avevano alloggiamento a parte. E lady Keith degnava visitarli del pari come l'imperatrice Eugenia andava a visitare i colerosi. Gli è così che colse la rogna di cui il marchese di Tregle la guarì.
      Ella chiamò di Tregle, perchè l'ex dottor Bruto era il solo che fosse marchese fra i medici napoletani.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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