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      Io sono un cittadino pacifico.
      - Ve lo prometto. L'arcivescovo parlerà al ministro della polizia.
      - Depositerete presso un notaro seimila ducati ch'e' mi consegnerà contro presentazione di ventiquattro sermoni, cui scriverò prima della fine di settembre.
      - Sarà fatto.
      - Mi darete la somma che vorrete come regalo, ed io vi offro un panegirico di San Luigi per mille crazie.
      - Accompagnatemi fino a casa ed io vi presento una polizza di 200 ducati sul Banco.
      - Allora, monsignore, io sono a Vostra Eccellenza Reverendissima.
      Il canonico s'irradiava.
      Questa ricchezza però, questa prospettiva siderale dell'avvenire, lungi dall'abbarbagliare, schiacciarono Don Diego. Che gli importava oggimai tutto ciò? egli era solo. Si pentì(20) di avere accettato.
      Si proponeva di andare il dì seguente a restituire la somma ricevuta e di tagliar corto al contratto. Tanto meglio se gl'insetti lo divorassero. Che la polizia lo cacciasse pur via: egli troverebbe sempre una fogna ove lasciare il suo carcame maledetto. Che bisogno aveva egli di tanto danaro? Pagarsi una diocesi per benedire ed edificare il popolo? Egli detestava il genere umano. Si era sprofondato nel brago: bisognava perirvi. Queste considerazioni, ed altre ancora, lo avevano assalito ed avevano attristato il suo vagabondar della giornata. Egli viveva come chiuso nella camera nera del suo pensiero, e, cosa da considerare, e' cominciava a compiacersi in quel fatalismo dell'annientamento! L'istoria del cattolicismo somministra di questi esempi d'inebbriamento e di voluttà prodotti dall'abbassamento.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





San Luigi Banco Vostra Eccellenza Reverendissima Don Diego