Concettella si gettò ai piedi del prete e glieli baciò.
- Hai tu parenti?
- No.
- Sei tu maritata?
Concettella si tacque un momento e poi disse:
- No. Ma non mi appartengo più.
- Non importa. Vieni domani. Ove alloggi?
- Non so. Mi rannicchio dietro la prima porta che trovo aperta e che mi offre un poco di sicurezza.
Don Diego aprì l'uscio e la mendicante uscì invocando su lui tutte le benedizioni del cielo.
Alle otto, il domani, Concettella tornò. Don Diego ebbe della pena a riconoscerla. Ella era andata a fare la sua teletta alla riva del mare, la notte stessa. La speranza di un avvenire più clemente le aveva dato del coraggio. Aveva ammassati i suoi capelli in un lembo di vecchia pezzuola rossa e si era coverta degli addobbi di Bambina. La civetteria, - l'anima della donna, - si risvegliò. Con i sei carlini che Don Diego le aveva regalati, ella aveva comprate delle ciabattelle, del sapone, non so che domine altro; l'acqua aveva fatto il resto.
Mentre Concettella scopava la camera e spolverava i mobili, Don Diego la seguiva di uno sguardo lento e meditabondo.
Quando lo ebbe finito, e' la mandò a comperare qualche cosa per preparare di desinare. Quando ebbero terminato il pranzo, Don Diego replicò la domanda:
- Ma ove andrai tu a coricare ora che sei un tantin più pulita?
- Dio ci penserà. Qualche anima caritatevole mi permetterà forse d'accovacciarmi in un canto. La povera gente di Napoli, signore, è piena di cuore.
Don Diego non uscì ed andò a rimestare nella camera di sua sorella. Egli meditava qualche cos'altro che il panegirico di S. Luigi.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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