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      Questa lentezza aumentava la confidenza dell'onesta serva, la quale non ne comprendendo la vera causa, diceva:
      - Questo santo ecclesiastico ha paura delle cattive lingue; dunque egli è un galantuomo.
      Ed il suo desiderio di avere un ricovero onorevole, sicuro, onesto, cresceva d'intensità. Don Diego risentiva, al contrario, una pungente perturbazione. E' credeva da prima profanare la dimora ove sua sorella aveva vissuto, ove ella indubitabilmente un giorno ritornerebbe.
      Poi, quell'uomo, avvegnacchè all'età di quaranta anni, contrariato dalla miseria, ritenuto dal suo dovere di prete, preso nelle catene d'oro delle lucubrazioni mentali, non aveva conosciuto fin qui la femmina che nelle sue funzioni di madre e di sorella. Egli non aveva osato conoscerla altrimenti, sentendo dal brontolamento interiore del suo istinto e del suo organismo, quanto la passione sarebbe in lui imperiosa. Egli aveva evitate le occasioni. Egli aveva distolta la corrente dei sensi e schiacciata la visione, che gli pingeva il fiore siderale dell'amore. Ora, ecco che la tentazione si getta su lui, - su lui disarmato, indebolito, disingannato, rimasto solo, in prospetto di un orizzonte più glorioso, assetato di tenerezza, esaltato dalle provocazioni della vita in una grande capitale; si getta sopra lui, il di cui cuore era tutto amore e la fibra affatto sensuale. L'incognito lo attirava. La passione lo fascinava. Quell'abbisso magico, detto amore, l'assorbiva.
      Egli assisteva alla danza dei delirii che spruzzavano sul suo cuore come gl'insetti dai mille colori si slanciano dalle lagune.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Diego