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      Avendo questa gioia negli occhi e nello spirito, il mondo cangiava di aspetto. La natura parlava oggimai un linguaggio che egli comprendeva. La sua potente virilitā, che fin qui era stata tenuta a musoliera, in una gabbia di ferro, come il tradimento del cardinale La Bilue, spezzava tutto e s'irradiava. Quella tetra testa di prete e di pensatore diventava raggiante. I lineamenti prendevano un'anima ed esprimevano la parte che ciascuno compieva in questo destino: tutti avevano il proprio accento nel grande inno della vita universale, - in cui ogni individuo č una strofa, una nota, un colore, una parola. La maturitā diveniva potenza; l'ansietā, poesia. Il ritardo nell'effettuazione accentuava la esplosione. Una nebbia nera, non pertanto, si levava a certe ore e velava il paesaggio incantato.
      - Chi era questa donna che egli stava per introdurre sotto il suo tetto e mischiare alla sua esistenza? Che era stata quella mendica?
      Un uomo rotto ai piaceri non si sarebbe arrestato a questa considerazione. Egli avrebbe accettato il fatto compiuto, e se la coppa aveva della feccia al fondo, egli avrebbe gettato la feccia o spezzata la coppa. L'amore č essenzialmente effimero: la natura l'ha voluto cosė, imponendoci la remora dell'etā e presentandocelo come il saldo di conto che paga la giovinezza all'infanzia ed alla vecchiezza. Ma Don Diego abbordava l'amore senza preparazione precedente. Egli non apportava nella sua parte nč disinganni, nč aspettazioni inutili, nč stanchezza, nč sazietā, nč speranza lungamente carezzata.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





La Bilue Don Diego