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      - Signor abate, gli scherzi sono buoni ma quando essi sono opportuni, rispose Don Domenico con amarezza. L'istoria che mi contate per palliare il vostro rifiuto č assurda. A Napoli, le femmine non si perdono come una spilla nella sabbia, o un piccolo cane che ha smarrito il suo padrone.
      - Nonpertanto, signore, la cosa č cosģ: la č arrivata due o tre giorni dopo che io ricevei la vostra lettera.
      - E venite a darmene avviso solamente oggi?
      - Gli č che, prima di mettere la polizia sulle tracce della fuggitiva, io ho voluto riflettere ed assicurarmi ove ella sia, chi l'ha aiutata a mettere in atto questo colpo di testa, e per quale ragione ella aveva preso quel partito disperato.
      - Ed ora sapete tutto cotesto?
      - Io ignoro ancora ove ella sia. Ma conosco colui che ha protetta la sua fuga, ed ho indovinato perchč la mi abbia abbandonato.
      - Ditemi il nome del complice ed in ventiquattro ore vostra sorella vi sarą restituita.
      - Nol posso, nč voglio. Mia sorella si č sottratta da casa mia perchč essa mi vedeva favorevole alla vostra domanda. Io lo era allora. Qualcuno ebbe la malignitą o l'accortezza di dirle, che voi volevate sposarla per farne il marciapiede della vostra ambizione e forse della mia. In faccia di questo dubbio, penetrato nel suo spirito, posso io esercitare su di lei un ascendente qualunque, morale o fisico? Ve ne lascio giudice.
      - Signor abate, io vedo chiaro in tutto codesto, o se volete, vi vedo pił chiaro di voi. Il P. Piombini(27) č passato di colą.
      - Che intendete voi dire?


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Don Domenico Napoli Piombini