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      Perocchè io scorgo adesso con quali intenzioni voi sposavate mia sorella. Io non sono predicatore di morale, perchè, ahimè! la mia non è senza rimproveri. Io ho avuto, ho tuttavia una grande ambizione. Non rinculerei innanzi ad alcun prezzo per soddisfarla, se quel prezzo si cifrasse per centinaia e migliaia di ducati. Il prezzo dell'onore, come lo pagarono Abramo ed Isacco, mi fa orrore. Nè la mia anima, nè la mia carne non sono da vendere, signore; e se voi avete bisogno di ciò, portate altrove i vostri sguardi. Le vostre minaccie non mi scuotono più che le vostre promesse. La luce, un momento offuscata nel mio spirito, ha ripreso il suo splendore.
      - Voi mi sfidate dunque, adesso? Voi vi sentite dunque così bene coperto dai vostri protettori?
      - Disingannatevi, signore. Io non ho alcun protettore e non ne desidero alcuno, al prezzo cui voi supponete. Ve lo ripeto: io ignoro dove mia sorella si trovi. Ma lo sapessi pure, lungi dal consegnarvela, la coprirei del mio petto e del mio braccio. Io vi diceva or ora che io non poteva accordarvi ciò che io non possedevo più. Vi dico ora, che ve la rifiuto in modo reciso. Traffichiamo di altro che di cuori innocenti e di corpi puri, signore. Capite? Voi mi avete domandato una somma di sei mila ducati per investirmi di una diocesi. Questa somma sarà pronta fra qualche settimane; ma essa è il salario del mio lavoro, non del mio onore. Non posso dirvene altro. Non siate dunque severo. Reprimete la vostra collera senza ragione. Io non giudico i vostri principii; ma rinunziate a farmeli dividere o ad impormeli.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Abramo Isacco