Prese delle precauzioni: si mostrò poco; lasciò uscire Concettella il men che poteva. Avrebbe voluto nascondere la sua ansietà; ma Cancettella l'indovinò.
Ella entrava nella sfera d'attrazioni dell'ex-prete e si stabiliva tra loro quella specie di compenetrazione magnetica che precede l'amore. Don Diego la dominava già per quell'appropriamento vorace delle nature lungamente contenute e subitamente sbocciate. I sensi spezzano una volontà lungo tempo prima che l'anima sia tocca. Concettella sentiva dunque l'aria carica d'elettricità, ne provava il rovello e ne dimandava le cause. Don Diego non aveva nulla a rispondere. Solamente la rassicurava che gli avvenimenti nol cangerebbero; e le dava una somma per metterla al sicuro dalla mendicità per un anno.
Prima di affrontare nuovi disastri, Concettella, molto costernata dell'incognito, pregò Don Diego di permetterle d'andare a vedere Gabriele. Don Diego avviluppava il suo cuore, ma Gabriele vi era sempre dentro. Il permesso le fu accordato, quantunque con rincrescimento; ma Don Diego sapeva per teoria, che se si vuole uccidere un amore importuno, non bisogna contrariarlo, ma soffocarlo sotto le concessioni soddisfatte.
Concettella partì. Portò seco una delle chiavi della casa, dovendo restare due giorni assente ed ignorando a quale ora sarebbe di ritorno. Non si conta col mare.
Gabriele, che non aveva giammai visto la sua fidanzata così bella, si mostrò dolente, fosco, sospettoso, minaccevole. Concettella si difese mollemente. Era il rimorso o l'indifferenza che cominciava a morderla?
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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