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      Bambina era trasfigurata: ella si rizzava innanzi a lui come l'angelo della riparazione eterna. E' cercava avvolgerla. Ella spezzava le sue perfide maglie d'un fendente del suo formidabile sentimento del dritto e della giustizia.
      - Che volete voi dire, figliuola mia? balbettò il gesuita impallidendo, combattuto tra il desiderio e la paura, tra la speranza e l'impotenza.
      Bambina si guardò intorno per assicurarsi se fossero ben soli, se alcuno non li ascoltasse. Le finestre della casa erano quasi tutte chiuse ancora, ed i pochi domestici in piedi si occupavano già dei cani.
      - Non è qui che io avrei voluto parlarvi, soggiunse Bambina, ma al vostro confessionale. Però siccome voi avete intavolata questa conversazione terribile, esauriamola, per arrossirne sempre e non ritornarvi mai più.
      - Non vi esaltate, mormorò il gesuita. Voi mi fate intravedere il paradiso; non lo velate, ve ne scongiuro a ginocchio, con la caligine del delirio.
      - Io rumino questa catastrofe da ieri in qua. Ho tutto considerato. Mi sono piagata il cuore, il corpo, l'anima, a tutti i rovi della situazione. Ciò che vi propongo è la belletta di tutti i miei ragionamenti svaniti. La logica della disperazione ha parlato. Voi mi volete? prendetemi....
      - Che?
      - Ma io vi voglio; io vi tengo. La posta al giuoco sono la libertà e l'esaltazione di mio fratello. Ei mi diceva un giorno, in un accesso di disperazione, quando un uomo domandava la mia mano per vendermi, che in questo paese infame tutto si traffica e che si traffica di tutto; ma che i valori i più apprezzati erano la coscienza, l'onore, l'oro.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Bambina