Bambina sembrò atterrata della sua vittoria. Ella ne abbracciava adesso tutta la portata e tutti i doveri. La giornata e la notte che passò furono più agitate che quelle della vigilia. Lo specchio le faceva paura, mostrandole una bellezza di cui ella aveva fatto una mercanzia. Ella sapevasi venduta di già, si considerava come non appartenentesi più. Tanti vezzi, tanta giovinezza, una vita sì immacolata, strangolate così, e perchè? Perchè! come il suo debito verso suo fratello le sembrò piccolo alla fine; quanto la portata del suo dovere era stata esagerata! Don Diego non avrebbe giammai consentito a questo scambio infame. Il termometro del cuore non sale giammai sì alto per il calore dei sentimenti che sotto il soffio delle passioni. Nondimeno, quando l'ora di recarsi al Gesù Nuovo scoccò, Bambina vi si rese, e trovò il padre Piombini installato di già nel suo confessionale e circondato da penitenti.
Bambina aspettò il suo turno, non senza qualche intimo scoraggiamento. Più d'una volta la fu sul punto di fuggire dalla chiesa. Eppure restò. Ah! se avesse ella avuto un poco di amore per sostenerla! Ah se quel balordo del barone di Sanza non l'avesse così stupidamente indispettita! Ma no, ella era sola. In questo vasto mondo, non vi era che una creatura che l'amasse ancora, l'amasse fino al delirio, quantunque sì tristamente esigente. Ella s'inginocchiò al confessionale ed ascoltò il padre Piombini.
Questo disgraziato non si difendeva più. E' non provò neppure di lottare. Egli comunicò a Bambina un secreto, cui teneva da lady Keith, che era conosciuto solamente da un altro uomo: il barone Colini.
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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1874
pagine 387 |
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