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      - Mi occorre di parlare direttamente e personalmente al principe.
      - Avete voi una lettera di ammissione o di raccomandazione?
      - Non ho proprio nulla. Ma debbo intrattenerlo di cose, che non possono essere comunicate se non a lui solo.
      - Noi conosciamo cotesto. Tutti i mendicanti che vengono ad importunarci per delle limosine hanno a favellare direttamente con Sua Eccellenza.
      - Io non vengo a mendicare, signor lacchè. Vi ripeto che ho una comunicazione grave da fare al principe.
      - Diavolo! diavolo! borbottò il lacchè, o che le damigelle della borghesia si mischino anch'elle della partita?
      - Io non vi comprendo.
      - L'è proprio vero? Il principe riceve molte donne. Le une, per..... voi sapete? le altre per affari di Stato. Voi siete una bellissima donzella, è vero. Lavorate voi per.... conto vostro, o per conto dello Stato?
      Bambina arrossì e non rispose. Si assise. All'istesso momento si udì uno strepito di cavalli nella corte, poi un rumore di passi nelle scale.
      - È Sua Eccellenza, gridò il lacchè: tiratevi da banda.
      Bambina, al contrario, si precipitò verso il ballatoio, e gridò:
      - Signore ambasciatore, sbarazzatemi, di grazia, dalla petulanza dei vostri domestici. Ho bisogno di parlarvi, all'istante da solo a sola, per interessi considerevoli.
      Il principe di Schwartzemberg si fermò di corto e squadrò attentamente la fanciulla, cui l'animazione rendeva più bella. E' fu colpito dalla voce, dal sembiante, dal contegno, dall'accento, dalla voltura della frase, dalla limpidità cristallina dello sguardo, dall'emozione ch'ella manifestava.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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